Z dokumentu, který je uveden dále (není to zcela autentický překlad, ale měl by vystihnout hlavní myšlenky):

 

3. Anafora Addaiho a Marriho

 

Hlavní otázka katolické církve k přijetí jejich žádosti se vztahovala k problému eucharistického slavení anafory Addaiho a Mariho, jedné ze tří tradičních anafor užívaných Asyrskou církví východu. Anafora Addaiho a Mariho je zvláštní tím, že je užívána od nepaměti aniž by v ní byla obsažena slova ustanovení Večeře Páně. Protože katolická církev považuje slova ustanovení eucharistie za podstatné a nevyhnutné části anafory či eucharistické službě, bylo nutné dlouhé a podrobné studium anafory Addaiho a Mariho z hlediska historického, liturgického a teologického, na jehož konci dospěla Kongregace pro nauku víry 17.1.2001 k závěru, že tato anafora může být považována za platnou. Jeho Svatost, papež Jan Pavel II. potvrdil toto rozhodnutí. Závěr, k němuž se dospělo, se zakládá na třech hlavních argumentech:

1.         Za prvé, anafora Addaiho a Mariho je jedna z nejstarších anafor sahající až k počátkům Církve. Byla složena a zavedena s jasným úmyslem slavit eucharistii podle úmyslu Církve jako plné pokračování Poslední večeře. Její platnost nebyla nikdy oficiálně zpochybněna ani na křesťanském Východě ani Západě.

2.         Za druhé, katolická církev uznává Asyrskou církev východu za autentickou partikulární církev založenou na ortodoxní víře a apoštolské posloupnosti. Asyrská církev východu si též zachovala plnost eucharistické víry v přítomnost našeho Pána pod způsobami chleba a vína a obětní povahu eucharistie. Proto v Asyrské církvi východu, i když není v plné jednotě s katolickou církví, se nacházejí pravé svátosti a především pro její autentickou apoštolskou posloupnost svátost kněžství a eucharistie (Unitatis redintegratio, čís. 15).

3.         Konečně, slova ustanovení eucharistie jsou ve skutečnosti v anafoře Addaiho a Mariho přítomná, ne sice ve formě souvislého doslovného vyprávění, ale způsobem všeobecným a rozděleným, což znamená, že jsou integrována do následujících modliteb díkůvzdání, chvály a přímluv.

 

 

Orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia
fra la Chiesa Caldea e la Chiesa Assira dell’Oriente

 

Data la situazione di grande indigenza di molti fedeli caldei e assiri, nei loro paesi d’origine e nella diaspora, la quale impedisce a molti di loro una normale vita sacramentale secondo la propria tradizione e nel contesto ecumenico del dialogo bilaterale fra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente, è stato richiesto di disporre per l’ammissione all’Eucaristia fra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell’Oriente. La richiesta è stata dapprima esaminata dalla Commissione congiunta per il Dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente. I presenti orientamenti sono stati successivamente elaborati dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede e la Congr egazione per le Chiese Orientali.

 

1. Necessità pastorale

La richiesta di ammissione all’Eucaristia fra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell’Oriente è connessa alla particolare situazione geografica e sociale nella quale vivono attualmente i loro fedeli. A causa di svariate e a volte drammatiche circostanze, molti fedeli assiri e caldei hanno lasciato il loro paese d’origine e sono emigrati in Medio Oriente, in Scandinavia, in Europa occidentale, in Australia e in Nord America. Poiché, in una diaspora tanto estesa, ciascuna comunità locale non può disporre di un sacerdote numerosi fedeli caldei e assiri si trovano in una situazione di necessità pastorale per quanto riguarda l’amministrazione dei Sacramenti. Documenti ufficiali della Chiesa cattolica, come il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 671, § 2-53 e il Direttorio per l’Applicazione dei Principi e delle Norme sull’Ecumenismo, n. 123, stabiliscono norme speciali per tali situazioni.

 

2. Riavvicinamento ecumenico

La richiesta è anche connessa all’attuale processo di riavvicinamento ecumenico in atto fra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente. Con la Dichiarazione comune cristologica firmata nel 1994 da Papa Giovanni Paolo II e dal Patriarca Mar Dinkha IV, è stato risolto il principale problema dogmatico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente. Di conseguenza, anche il riavvicinamento ecumenico fra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell’Oriente è pervenuto ad una ulteriore fase di sviluppo. Il 29 novembre 1996, il Patriarca Mar Raphaël Bidawid e il Patriarca Mar Dinkha IV hanno firmato un elenco di proposte comuni nell’intento di pervenire al ristabilimento della piena unità ecclesiale fra le due eredi storiche dell’antica Chiesa dell’Oriente. Il 1 5 agosto 1997 i Sinodi delle due Chiese hanno approvato tale programma e lo hanno confermato con un «Decreto Sinodale Congiunto». I due Patriarchi hanno approvato, con l’appoggio dei rispettivi Sinodi, un’ulteriore serie di iniziative volte a promuovere il progressivo ristabilimento della loro unità ecclesiale. La Congregazione per le Chiese Orientali e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani incoraggiano tale processo.

 

3. L’Anafora di Addai e Mari

La principale questione per la Chiesa cattolica nei riguardi dell’accoglimento della richiesta, si riferiva al problema della validità dell’Eucaristia celebrata con l’Anafora di Addai e Mari, una delle tre Anafore tradizionalmente in uso nella Chiesa assira dell’Oriente. L’Anafora di Addai e Mari è singolare in quanto, da tempo immemorabile, essa è adoperata senza il racconto dell’Istituzione. Poiché la Chiesa cattolica considera le parole dell’istituzione Eucaristica parte costitutiva e quindi indispensabile dell’anafora o Preghiera Eucaristica, essa ha condotto uno studio lungo e accurato sull’anafora di Addai e Mari da un punto di vista storico, liturgico e teologico, al termine del quale, il 17 gennaio 2001, la Congregazione per la Dottrina della Fede è giunta alla conclusione che quest’anafora può essere considerata valida. Sua Santità Papa Giovanni Paolo II ha approvato tale decisione. La conclusione a cui si è giunti si basa su tre principali argomenti.

— In primo lungo, l’Anafora di Addai e Mari è una delle più antiche anafore, risalente ai primordi della Chiesa. Essa fu composta e adoperata con il chiaro intento di celebrare l’Eucaristia in piena continuità con l’Ultima Cena e secondo l’intenzione della Chiesa. La sua validità non è mai stata ufficialmente confutata, né nell’Oriente né nell’Occi­dente cristiani.

— In secondo luogo, la Chiesa cattolica riconosce la Chiesa assira dell’Oriente come autentica Chiesa particolare, fondata sulla fede ortodossa e sulla successione apostolica. La Chiesa assira dell’Oriente ha anche preservato la piena fede eucaristica nella presenza di nostro Signore sotto le specie del pane e del vino e nel carattere sacrificale dell’Eucaristia. Pertanto, nella Chiesa assira dell’Oriente, sebbene essa non sia in piena comunione con la Chiesa cattolica, si trovano «veri sacramenti, soprattutto, in forza della successione apostolica il sacerdozio e l’Eucaristia» (Unitatis redintegratio, n. 15).

— Infine, le parole dell’Istituzione Eucaristica sono di fatto presenti nell’Anafora di Addai e Mari, non in modo narrativo coerente e ad litteram, ma in modo eucologico e disseminato, vale a dire che esse sono integrate in preghiere successive di rendimento di grazie, lode e intercessione.

 

4. Orientamenti per l’ammissione all’eucaristia

Considerando: la tradizione liturgica della Chiesa assira dell’Oriente; la chiarificazione dottrinale circa la validità dell’anafora di Addai e Mari; il contesto attuale in cui vivono i fedeli assiri e caldei; le relative norme previste nei documenti ufficiali dalla Chiesa cattolica; il processo di riavvicinamento fra la Chiesa caldea e la Chiesa assira dell’Oriente, si formulano le seguenti disposizioni:

1. In caso di necessità, i fedeli assiri possono partecipare a una celebrazione caldea della Santa Eucaristia e ricevere la Santa Comunione; parimenti, i fedeli caldei per i quali è fisicamente o moralmente impossibile accostarsi ad un ministro cattolico, possono partecipare a una celebrazione assira della Santa Eucaristia e ricevere la Santa Comunione.

2. In entrambi i casi, i ministri assiri e caldei celebrano la Santa Eucaristia secondo le prescrizioni e i costumi liturgici della loro propria tradizione.

3. Quando dei fedeli caldei partecipano a una celebrazione assira della Santa Eucaristia il ministro assiro è caldamente incoraggiato a introdurre nell’Anafora di Addai e Mari le parole dell’Istitu­zione, secondo il benestare espresso dal Santo Sinodo della Chiesa assira dell’Oriente.

4. Le suddette considerazioni sull’uso dell’anafora di Addai e Mari e i presenti orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia, si intendono esclusivamente per la Celebrazione Eucaristica e per l’ammissione all’Eucaristia dei fedeli della Chiesa caldea e della Chiesa assira dell’Oriente, a motivo della necessità pastorale e del contesto ecumenico sopra menzionati.

 

Roma, 20 luglio 2001

Documento pubblicato in L’Osservatore Romano del 26 ottobre 2001